Uomo e Natura

Caspar_David_Friedrich_Wanderer_above_the_Sea_of_FogFin dalla sua apparizione su questo pianeta, l’essere umano ha dovuto confrontarsi con ciò che sentiva e vedeva fuori da sé: la Natura. Per Natura si intende tutto ciò che ognuno di noi vede come “non-io”. quindi tutti gli altri animali, mammiferi e non, tutte le piante, le rocce, l’acqua, le stelle, le montagne ecc. La Natura non ha solo una componente naturalistica – non è composta da parti divise tra loro e la somma delle diverse parti non rappresenta ciò che Essa è. La Natura è tutto ciò di cui siamo fatti, nella materia e nello spirito. È la fonte che ci ha generato, la madre amorevole che ci ha curato, nutrito, vestito. Siamo venuti alla Luce grazie all’ingegnosità della Natura, la quale ha permesso di farci nascere da Lei dandoci però l’illusione di essere figli di un’altra persona fisica. La Natura utilizza noi stessi per preservare Lei stessa. La sua genialità la vediamo anche nel fatto che la Natura provvede a noi, senza che noi Le chiediamo niente e senza che Lei ci chieda qualcosa in cambio. La prova che veniamo da Lei ed a Lei torneremo, come facciamo con ciò che chiamiamo “casa”, sta nel fatto che Essa richiede indietro il nostro corpo fisico quando avremo finito di usarlo, per riciclarlo ancora e ancora e ancora. Siamo noi che portiamo avanti la missione della Natura e non la Natura che esiste per soddisfare i nostri bisogni materialistici e terrestri. La Natura è la Vita ed è l’unica cosa importante. Gli umani sono sempre stati ben consci di “essere parte della Natura” e di provenire da Lei, per questo le prime religioni altro non erano che culti della Natura, delle sue forze, dei suoi abitanti e delle sue manifestazioni. Gli umani hanno assistito impotenti alla manifestazione delle forze della Natura, le adoravano perché si sentivano ad esse inferiori, non le comprendevano, ne avevano paura e l’uomo, si sa, abbassa spesso la testa di fronte a ciò che ritiene superiore a lui. Così come la eleva quando ritiene di trovarsi di fronte a qualcuno/qualcosa di inferiore. Cosi come gli umani hanno sempre temuto la Natura, così hanno sempre avuto il bisogno di dominarla, di renderla schiava. Gli umani, nella loro dualità, alternano amore e devozione con ego e distruzione. Un tipico esempio, ed è l’argomento del mio post, che illustra perfettamente la questione dominio (apparente) sulla Natura è: IL CIRCO No20150724_095345nostante il sentimento “pro-animali” (o comunque “pro-forme di vita”) si sia accresciuto negli ultimi anni – probabilmente grazie alla maggiore informazione di cui disponiamo – ancora vediamo sopravvivere questi baracconi, teatri di torture, luoghi dove gli animali sono schiavi, dove hanno perso la loro natura originaria e servono solo per il loro aspetto esteriore e per i loro (forzati) giochetti che li rendono così “simpatici” agli occhi delle persone ignoranti. I circhi con gli animali sono luoghi orribili, dove mia figlia ha deciso di smettere di andarci quando aveva pochi anni, perché lei stessa si rese conto che quegli animali non erano felici – non erano loro stessi, ma delle brutte copie. 20150725_194923 Ai circhi possiamo osservare animali meravigliosi, potenti e fieri, ridotti allo stato che vedete in figura. Una splendida giovane giraffa rinchiusa in pochi metri quadrati di gabbia, sotto il sole, importunata da bambini e genitori, i quali vogliono solo che lei si allunghi per mangiare un filo d’erba che essi le propongono. Cosa vediamo attraverso questa foto? Non l’animale in sé, ma la stupida presunta superiorità umana. La sicurezza del dominio data dalla gabbia e dal possedere il cibo. Lo sfruttamento dell’istinto primordiale di questi animali che non conoscono l’avidità e l’egoismo come noi. Io sono per chiudere i circhi con gli animali, lo dico da anni ormai – così come sono per chiudere gli Zoo, con alcune dovute eccezioni che spiegherò più avanti. Risponderò adesso ad alcune contestazioni che mi sono state fatte, negli anni, sui circhi e sul perché tanta gente ancora continua ad andarci

  • I circhi e gli Zoo sono gli unici posti dove i bambini possono vedere gli animali selvatici dal vivo. Mica tutti possono permettersi di andare in Africa o in Asia per vederli nel loro ambiente naturale.

Risposta: è una cazzata. Gli Zoo, è vero, sono nati per mostrare gli animali alle persone, ma non con uno scopo didattico. Semplicemente per ribadire il dominio umano su di essi. Animali catturati nelle savane dell’Africa e portati in Europa. WOW, che figata. I primi Zoo erano semplicemente delle gabbie, non delle aree più o meno grandi e adatte ad una certe specie. Gli Zoo che ci sono adesso in molti casi servono per proteggere una specie in via di estinzione che è stata iper-cacciata nella sua area di origine. Quindi è nostra responsabilità se tali specie si trovano nella condizione di dover essere preservate. Bastava non andare a rompergli i coglioni così allo sfinimento e non ci sarebbe stata necessitá di metterli in gabbia. I circhi, dal canto loro, sono nati per far vedere quanto l’uomo fosse dominante sugli altri animali, tanto da insegnare loro anche dei giochetti, rendendoli più “umani”, truccandoli e vestendoli come dei bambini deficienti, solo per scatenare una risata. O mettendoli in gabbia e comandandoli con la frusta – chiaro strumento di pace e libertà. Come dice una mia cara amica: vorrei vedere il proprietario del circo fare lo sbruffone dentro la gabbia del leone, da solo e senza frusta. Riguardo al poter vedere gli animali nel loro ambiente naturale. È vero, mica tutti possono permettersi un safari fotografico o un giro nella Jungla. Ma questo non vuol dire che dobbiamo portare quegli animali qui da noi. Voglio dire, se un nostro amico abita lontano da noi, quando vogliamo andare a visitarlo prendiamo la nostra macchina/treno/aereo/nave e andiamo da lui. Ci godiamo il nostro amico nel suo ambiente, nella sua casa, nella sua città e lui fa lo stesso con noi quando ricambia la visita. Se ragionassimo come con gli Zoo e i circhi dovremmo mettere in gabbia i nostri amici lontani per tenerli vicino a noi e godere della loro presenza quando più ci aggrada. Ma siamo sicuri che, così facendo, il nostro amico sarebbe ancora nostro amico? è risaputa. infatti, la gioia e l’amore che gli animali nei circhi hanno verso i loro carcerieri (si, ci sono delle eccezioni, ma riguardano solo alcuni Parchi Zoo) È molto più bello, e sano, che i bambini sappiamo che il leone (ad esempio) vive in Africa, si comporta da leone, interagisce con gli altri leoni e con le altre specie e si mangia, sbranandole, le gazzelle, che adora. Vive in Africa, perché quella è la sua casa, è l’ambiente migliore e unico dove può vivere e svilupparsi felicemente. Il bambino crescerà rispettando il leone, perché saprà che per vedere il leone dal vivo dovrà andare lui a casa sua, come si fa con gli amici. Lo rispetterà perché il bambino, come il leone, non vorrebbe essere prelevato da casa sua e mostrato ad altri dall’altra parte del mondo. Si sviluppa quella che si chiama empatia, la base per costruire un rapporto pacifico e positivo con la Natura. Si sviluppa anche conoscenza, perché il bambino saprà che la Terra è fatta di tanti ambienti, abitati da tanti animali diversi che interagiscono tra loro e anche con gli esseri umani locali. Capirà che ogni luogo e ogni animale va rispettato e che per capire davvero com’è un leone dovrà vederlo nei documentari, oppure, quando sarà più grande, proprio nel suo ambiente.

  •  Gli animali nei circhi e negli Zoo sono nati in cattività e quindi non soffrono la mancanza del loro ambiente naturale.

Risposta: per quanto in parte vera, rimane una cazzata. Una visione ristretta e soggettiva, che non tiene conto di tutto ciò che ha costruito, di fatto, la situazione attuale. Per quanto sia vero che gli animali nei circhi e negli Zoo non vengano più dal loro ambiente naturale e che non lo conoscano, è vero anche che essi sono i figli/nipoti di animali prelevati dal loro ambiente e portati da noi per il nostro limitato e triste divertimento. Mantengono, nel loro DNA, l’essere rappresentanti di una certa specie. Non è una gabbia o qualche generazione in cattività a modificare qualcosa che viene da milioni di anni di evoluzione naturale.  Il fatto che essi siano nati in cattività non alleggerisce il nostro carico di vergogna e soprattutto non ci autorizza, guidati da una sorta di riconciliazione che cerchiamo, di decidere per il loro futuro, visto che finora non abbiamo dimostrato di saperlo fare molto bene. E poi, chi lo dice che gli animali stanno bene nei circhi e negli Zoo? Chi può dimostrare che una giraffa sta bene in una gabbia come quella di cui sopra e non meglio in un ambiente a lei più congeniale per le sue necessità ecologiche? È vero che gli Zoo stanno diventando banche dati genetiche e Parchi-Zoo, dove gli animali possono usufruire di un territorio più ampio e leggermente più congeniale a loro. Ma ricordiamoci che centinaia sono state le specie animali estinte a causa dell’uomo nell’epoca moderna; oltre il 95% delle estinzioni animali dal 1600 in poi sono state causate dalla caccia, dalla distruzione dell’habitat, dai mutamenti climatici o dalla competizione con specie introdotte (non originarie del luogo). Casi celebri sono la ritina di Steller, estintasi 27 anni dopo la sua scoperta (nemmeno il tempo di conoscerla un attimo che già l’avevano fatta fuori, oppure il tilacino e il dodo, che oggi si sta tentando di clonare (!!!!).  Personalmente non sono d’accordo sul clonare animali estinti, ma supporto il fatto di preservare il DNA degli animali viventi per essere sicuri di poterli mantenere in futuro. L’estinzione ci serva da lezione; anche clonandoli, questi animali non potranno mai più occupare le loro vecchie nicchie ecologiche.

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Dodo

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Tilacino

  • Oramai gli animali in cattività ci sono, mica possiamo rimandarli a vivere in Africa

Risposta: un’altra cazzata. Nessuno dice di prendere un leone nato in cattività e mandarlo a vivere nella savana africana, oppure di liberarlo. Morirebbe subito, in quanto il suo mondo è quello che conosce. È un po’ come il mito della caverna di Platone. Caverna platonePlatone (per bocca di Socrate) immagina gli uomini chiusi in una caverna, gambe e collo incatenati, impossibilitati a volgere lo sguardo indietro, dove arde un fuoco. Tra la luce del fuoco e gli uomini incatenati vi è una strada rialzata e un muricciolo, sopra la strada alcuni uomini parlano, portano oggetti, si affaccendano nella vita di tutti i giorni. Gli uomini incatenati non possono conoscere la vera esistenza degli uomini sulla strada poiché ne percepiscono solo l’ombra proiettata dal fuoco sulla parete di fronte e l’eco delle voci, che scambiano per la realtà. Se un uomo incatenato potesse finalmente liberarsi dalle catene potrebbe volgere lo sguardo e vedere finalmente il fuoco, venendo così a conoscenza dell’esistenza degli uomini sopra il muricciolo di cui prima intendeva solo le ombre. In un primo momento, l’uomo liberato, verrebbe abbagliato dalla luce, la visione delle cose sotto la luce lo spiazzerebbe in forza dell’abitudine alle ombre maturata durante gli anni, ma avrebbe comunque il dovere di mettere al corrente i compagni incatenati. I compagni, in un primo momento, riderebbero di lui, ma l’uomo liberato non può ormai tornare indietro e concepire il mondo come prima, limitandosi alla sola comprensione delle ombre (http://www.riflessioni.it/dizionario_filosofico/caverna-platone.htm). Il fatto che un animale si abitui a vivere in condizioni pessime, non vuol dire che non possa ambire a situazioni migliori. Si può vivere benissimo in una stanza di 20 metri quadrati (io ho vissuto in un bilocale di 24mq per 4 anni e mezzo), ma si potrebbe vivere meglio in una più grande. Elementare no? Per concludere Su questi argomeni potrei andare avanti ore, ma mi sono ripromesso di scrivere meno nei miei post. Chiuderei con una piccola riflessione sull’utilizzo della carne, aspetto che ci riporta al nostro rapporto con gli altri animali. Personalmente non sono vegano, ma tendo al vegetarianesimo. La carne mi piace, ma non la compro né la cucino, la mangio quando sono fuori o in speciali occasioni (o per non rompere le balle se qualcuno l’ha cucinata). Considero gli esseri viventi di cui mi nutro tutti allo stesso livello. Ringrazio prima di mangiare, perché quegli esseri viventi morti che ho nel piatto, siano animali o vegetali, hanno interrotto la loro vita per far proseguire la mia. E questo è un dono, sia che venga da un bovino o da una zucchina. Credo che gli esseri umani siano per l’80% vegetariani (in percentuali diverse da persona a persona) – un po’ come gli orsi – ma che nei secoli della loro evoluzione si siano abituati a mangiare di tutto, sia per necessità fisiche, che ambientali. Siamo esattamente nel mezzo tra un erbivoro e un carnivoro ed io rispetto la naturalezza dell’uomo come essere onnivoro che si ciba di altri esseri viventi, animali o vegetali che siano. La mia decisione di ridurre la carne viene infatti soprattutto da motivi di tipo ambientale. Se pensiamo che la percentuale di terra destinata all’allevamento bovino è il 56% del totale, o che eliminando il consumo di carne si ottiene una riduzione del rischio d’infarto del: 90% (http://www.vegan3000.info/i-36/alcune-cifre-per-riflettere). Ma ci sono tanti altri motivi, la quantità d’acqua usata per produrre carne, la scarsa qualitá della stessa nelle produzioni industriali, le condizioni igieniche e di salute/benessere in cui vivono gli animali da macello ecc. Tuttavia, personalmente, ritengo che un piccolo apporto di carne alla mia dieta sia salutare. Un qualcosa da apportare 1 volta ogni 7-10gg. Dal mio punto di vista questo si traduce in una riduzione del mio consumo di carne di tipo l’80%, permettendomi di selezionare le volte in cui decido di mangiarla, trattandola come un alimento di lusso, con un elevato impatto ambientale e crudeltà, ma avente (nel mio caso) anche una necessità di esserci. Se riducessimo di 2/3 il nostro consumo di carne (pensate che c’è gente, ancora, che la mangia 2 volte al giorno), potremmo alallevamenti 1zare il prezzo della stessa in modo corrispondente, elevare la qualità e il benessere degli animali, liberando risorse per l’agricoltura (quella da cui dipende VERAMENTE la nostra sopravvivenza), senza far perdere un centesimo ai produttori. Se ne produce meno, a maggior prezzo, di migliore qualità. In sintesi allevamenti 2

  • Massiccia e onesta (?!) campagna informativa sulle condizioni degli animali nei circhi e negli Zoo e sull’attuale produzione di carne. Quantità, impatto ambientale, condizioni di benessere, additivi, prezzo, consumo reale, avanzi, ecc.
  • Disincentivare (se non si può proprio proibire) i circhi con gli animali, alzando le tasse che pagano e vigilando ampiamente sulle condizioni di salute degli animali
  • Trasformare tutti gli Zoo in Parchi Zoo e banche dati genetiche e convertirli a strutture di ricerca per l’informazione e l’educazione
  • Aumentare i documentari in TV e nelle scuole

Se ne potrebbero dire tante, volevo solo toccare l’argomento uomo-natua. La cosa per me importante è che ognuno trovi il proprio posto nel mondo (eh, hai detto nulla...)  comprenda onestamente l’impatto che ha sul pianeta e sulle sue risorse. Nessuno dovrebbe sentirsi esentato dal farlo. Così come metti piede su questa Terra, sei responsabile della sua salute e della sua protezione, iniziando tu stesso a non essere per Lei una presenza negativa. La chiave è sempre la stessa: lo sviluppo della consapevolezza personale. Capire che nessuno di noi è un’isola ed è staccato dagli altri. Comprendere profondamente che i miei atteggiamenti vengono portati avanti da altre centinaia di milioni di persone e che la mia esigua quantità di rifiuti, se sommata a quella di tutti gli altri, diventa ogni giorno una maestosa montagna. Fermarsi, riflettere, meditare, conoscere noi stessi, gli altri e la Terra che ci ama. Basta poco per donare amore a chi ce ne dona dal giorno del nostro concepimento (e anche prima per chi ci crede), rispettando TUTTI gli esseri – perché TUTTI gli esseri sono importanti, dalla zanzara al leone, dal cetriolo al baobab, anche se non li mangiamo…presidio_nemesi_animale_002 Buona riflessione e non andate al circo!!! 🙂

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